Il Museo Intelvese dei Fossili

I fossili e la storia di una coppia di giovani impegnati nel rilancio del territorio attraverso la condivisione della cultura.

Nel comune di Alta Valle Intelvi, nella minuta piazzetta del grazioso borgo di Scaria si trovano l’uno accanto all’ altro la meravigliosa Chiesa di Santsa Maria, il Museo diocesano di Arte Sacra e il Museo Intelvese dei Fossili.

Il Museo dei fossili fu costituito il 16 luglio 1993 per volontà dell’allora Comune di Lanzo d’Intelvi e del Museo di Storia Naturale di Milano con lo scopo di promuovere la conoscenza e la valorizzazione del sito fossilifero Osteno Intelviuno dei più importanti giacimenti del mondo e scrigno di organismi marini vissuti 190 milioni di anni fa nel golfo dell’oceano continentale (Tetide).

Dopo alcuni anni di attività il museo, non adeguatamente supportato, cadde in uno stato di profondo abbandono e venne quasi dimenticato.

La rinascita

Nel 2014 le porte del museo vennero riaperte ai visitatori grazie all’interesse e alla passione di una coppia: Marco Abbiati ed Elisabetta Sangiorgi, supportati da alcuni amici.

Oggi il Museo Intelvese dei Fossili dispone di una sessantina di reperti provenienti da varie zone del mondo, per la maggior parte proprietà del Museo di Storia Naturale di Milano oppure messi a disposizione da privati.

Oltre ai sensazionali reperti di Osteno, appartenenti a specie sconosciute e fondamentali nell’evoluzione faunistica, sono esposti pezzi provenienti dal Marocco, dalla Val Sanagra, dal Brasile, dal monte San Giorgio (sia lato italiano che svizzero), dall’Arizona, dalla Val Vigezzo e dal monte Generoso.

Grazie ad essi i reperti del museo coprono un arco di tempo enorme: ben 310 milioni di anni!

I visitatori vengono accompagnati in un viaggio nel tempo alla scoperta dell’evoluzione non solo della terra in generale bensì proprio del nostro territorio.

Marco Abbiati ci racconta quale percorso hanno affrontato e che futuro attende questa meraviglia culturale delle nostre valli del Ceresio.

Come siete capitati in questa interessante ma certamente impegnativa esperienza?
«Premetto che sono un appassionato di ricerca storica intelvese ed ho a cuore il rilancio delle nostre valli, convinto che sia davvero possibile solo tramite la valorizzazione culturale. Qualche anno fa io e mia moglie siamo venuti a conoscenza della richiesta del Museo di Milano di recuperare o sciogliere la sede museale. Pensando al bene del territorio ci siamo proposti di occuparcene e il museo di Milano ci ha dato la fiducia necessaria per tentare il recupero, seppur dopo qualche perplessità».

Quale è stato il percorso che avete affrontato?
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Abbiamo innanzitutto restaurato le teche originali che contengono i reperti fossili e installato pannelli didattici frutto di quasi due anni di studio della materia; la cartellonistica è di ispirazione moderna e permette una facile e istruttiva chiave di lettura del museo. Nel 2017 abbiamo inoltre stabilito un rapporto di collaborazione con l’Università di Zurigo (Monte San Giorgio sito Unesco). Di pari passo una concreta ed accattivante pubblicità (nuovi volantini, giornali, pagina Facebook e visite vip) ha completato il rilancio, permettendo in sole 3 stagioni di raggiungere l’inimmaginabile quota di 1297 visitatori L’amministrazione comunale, che ci aveva permesso di intraprendere la sfida iniziale, con la formazione del nuovo comune di Alta Valle Intelvi, ha riconosciuto a noi volontari l’utilità dell’opera culturale svolta concedendoci l’uso gratuito dei locali del Museo e il proprio appoggio presso le istituzioni scientifiche di settore».

Da chi viene gestito oggi?
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Da me e da mia moglie con l’aiuto di amici. Siamo un gruppo di volontari composto da poche persone e chiediamo a tutti gli amanti del territorio, agli appassionati del genere e a chiunque voglia dedicarci anche solo 2 ore al mese, di unirsi a noi per aiutarci e poter così aumentare le giornate di apertura. Non serve avere studi o conoscenze specifiche, saremo noi a darvi tutta la necessaria formazione».

Qual è il vostro obiettivo?
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Per noi è importante fare in modo che il museo continui ad essere vivo migliorando sempre: per ottenere ciò bisogna tenerlo aggiornato aggiungendo parti mancanti o incomplete, aumentando il numero dei reperti e dotandolo di dispositivi tecnologici. Questo sviluppo scientifico e tecnologico deve però contemporaneamente rispettare il nostro obiettivo finale che è quello di diffondere la conoscenza a tutti, mantenendo una comunicazione semplice e adatta a ogni utente. Da noi i pannelli hanno poche scritte, colori rilassanti, sono pieni di immagini e di facile comprensione. I numeri dimostrano che l’offerta culturale del museo genera molto interesse sia nei residenti che nei turisti ed è capace di stimolare un rilancio turistico che siamo certi favorirà il territorio sotto tutti gli aspetti. Solo insieme possiamo riuscirci!»

Il Museo Intelvese Fossili si trova a Scaria d’Intelvi in piazza Carloni, 9 ed è aperto la domenica mattina dalle 10:30 alle 12:00. Durante l’anno sono proposti alcuni interessanti appuntamenti speciali come: la Befana al museo, l’aperitivo di ferragosto, pomeriggio al museo, laboratori didattici ed eventi a tema (presentazione libro Lorenza Morandotti e mostra Bioart). L’ ingresso al museo è gratuito ma le offerte di visitatori o eventuali sostenitori sono ben accette e saranno utilizzate per migliorare il museo e le sue iniziative.

Per informazioni o richieste rivolgersi all’ufficio turistico di Lanzo al numero 333/6337116 oppure scrivere sulla pagina Facebook “Museo Intelvese dei Fossili”.

Melania Pizzagalli

Redattore - Turismo, Territorio Area Ceresio e Valle Intelvi & Claino Con Osteno. Scrivi una mail a melania.pizzagalli@lavocedelceresio.it

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