Elezioni ticinesi: una fotografia che non cambia molto

Elezioni ticinesiLo scorso 7 aprile ci sono state le elezioni nel nostro vicino Ticino (fa anche rima). Può sembrare strano a qualcheduno, ma a noi del Ceresio interessano moltissimi gli andamenti amministrativi della vicina Svizzera; forse le elezioni ticinesi per noi contano anche più di un’elezione regionale italiana.

Il sistema politico Ticinese

Partiamo dal sistema Ticinese, molto particolare. Il Governo è definito Consiglio di Stato e viene eletto tramite metodo proporzionale con voto di preferenza. In sintesi, è un organo collegiale in cui ogni cittadino decide chi vuole nel governo, ed i 5 più votati entrano nel governo. È chiaro a tutti come molto spesso il governo sia formato da diverse anime politiche.

Partiamo dalla situazione pre-elezioni, componenti del Governo:

  • Norman Gobbi (Lega dei Ticinesi)
  • Claudio Zali (Lega dei Ticinesi)
  • Manuel Bertoli (Partito Socialista)
  • Christian Vitta (Partito Liberale)
  • Paolo Beltraminelli (Partito Popolare Democratico)

Post-elezioni non c’è stata nessuna sorpresa in termini di partiti politici, in quanto gli schieramenti sono rimasti uguali, nonostante qualche timore da parte dei socialisti di perdere il seggio in favore dei liberali. La novità, e sorpresa, è stata l’esclusione di Paolo Beltraminelli, che dopo 28 anni di politica cantonale cede il passo in favore del compagno di partito De Rosa – che lo ha sorpassato di quasi 10 mila voti. Un altro elemento rilevante è stato l’exploit di Norman Gobbi, che ha raggiunto 71.312 preferenze.

Un’ulteriore novità nello scenario delle elezioni ticinesi è stata l’alleanza, solo per il governo, tra Lega dei Ticinesi ed Unione Democratica di Centro (Primo partito svizzero).

Elezioni ticinesi: il rinnovo del Gran Consiglio

Un quadro un po’ diverso è invece quello emerso dal rinnovo del Gran Consiglio, il parlamento cantonale. Qui la situazione è sempre proporzionale. Tuttavia ci sono elementi di differenza rispetto all’elezione del Consiglio di Stato:

  • Lega ed UDC al Gran Consiglio si sono presentante con due liste separate
  • Alcuni partiti potrebbero non aver avuto lo stesso peso rispetto all’elezione del Consiglio di Stato. Per esempio i voti della sinistra, per il governo, secondo alcuni calcoli potrebbero essere confluiti sul PS per evitare che la sinistra perdesse il seggio nel governo.

Le elezioni hanno visto un sostanzioso calo della Lega passando da 22 a 18 seggi. Il partito liberale perde soltanto un seggio passando da 24 a 23, cosi come il PPD che passa da 17 a 16. Stabile il PS con i suoi 13 seggi; ne guadagna due l’UDC passando da 5 a 7. Il movimento per il socialismo sale a quota 3 seggi, mentre i comunisti ne conquistano 2 cosi come “Più donne”. Mentre dice addio al Gran consiglio Montagna Viva.

Paolo Muttoni

Redattore - Amministrazioni e Territorio. Scrivi una mail a paolo.muttoni@lavocedelceresio.it

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