Fase2: riapertura delle frontiere subito

riapertura frontiereMassimo Mastromarino e i presidenti delle Comunità montane delle Valli del Verbano e del Piambello hanno scritto ai responsabili politici del territorio chiedendo la riapertura delle frontiere
 
Nuova sollecitazione inviata ai rappresentanti politici del territorio, in Parlamento e in Regione, da parte di Massimo Mastromarino, presidente di Acif – Associazione comuni italiani di frontiera, insieme con i presidenti delle Comunità Montane delle Valli del Verbano e del Piambello, questa volta con una richiesta chiara e netta: l’agenda politica deve affrontare la questione della riapertura delle frontiere.
 
 
Questo il testo della lettera:
 
Ai Parlamentari deI Territorio
Al Presidente della Regione Lombardia
Agli Assessori e ai Consiglieri Regionali
 
I provvedimenti che Governo e Regione stanno definendo per la Fase 2 dell’emergenza Coronavirus, non possono non riguardare la zona di Confine tra il Canton Ticino e le Province di Varese e Como, quell’area cioè, comunemente definita Regione Insubrica, fortemente connotata da un’economia transfrontaliera, caratterizzata da una parte dal frontalierato in Ticino, dall’altra da attività commerciali e di servizio in provincia di Como e Varese.
Con le recenti aperture da parte del Cantone, i lavoratori frontalieri delle 2 province che attraversano giornalmente il confine superano le 35.000 unità. Un confine “permeabile”, che ha garantito il funzionamento del sistema sanitario e produttivo ticinese, scongiurando il temuto contagio di ritorno che, grazie anche alla collaborazione tra i diversi attori del territorio, non si è verificato.
 
Se quindi i frontalieri attraversano quotidianamente il confine, la stessa cosa non  avviene oggi né per i ticinesi e neppure per i nostri connazionali che per motivi di lavoro o familiari dimorano nel Cantone, e che non possono venire nelle nostre province per acquisti, servizi, necessità o ricongiungimenti familiari.
 
Questa rigida limitazione, mina una delle due componenti dell’economia transfrontaliera, il cui tessuto rischia di essere compromesso definitivamente.
Il confine con il Ticino non può essere considerato alla stregua di altri confini territoriali; è rimasto permeabile da subito; gli spostamenti all’interno delle 2 provincie di Como e Varese verso il Cantone sono più importanti e frequenti di quelli verso altre province o altre regioni.
Per questo motivo le limitazioni oggi vigenti verso altri stati esteri non possono essere applicate con la stessa logica al territorio insubrico.
 
Chiediamo pertanto la riapertura delle frontiere italiane tra Canton Ticino e le province di Varese e di Como.
Chiediamo a Voi che ci rappresentate, di essere voce di un territorio che rischia oggi di perdere la propria identità.
 
Per i Comuni di frontiera
Il Presidente della Associazione Comuni Italiani di Frontiera
Massimo Mastromarino
 
Il Presidente della Comunità Montana Valli del Verbano
Simone Castoldi
 
Il Presidente della Comunità Montana del Piambello
Paolo Sartorio
 

Patrizia Kopsch

Vice Direttore - Responsabile Sponda Varesina Scrivi una mail a patrizia.kopsch@lavocedelceresio.it

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