Goshin do Porlezza: Gabriele Caccialanza ci racconta il Brasile e non solo

Goshin do PorlezzaGabriele, prima di tutto raccontaci un po’ la realtà della Goshin do Porlezza per chi non la conoscesse già.

La Goshin do Porlezza è nata nel 1985 con mio papà, il Maestro Stefano Caccialanza.

A partire da gennaio 2019 ho preso io le redini della palestra e ho intenzione di continuare al meglio il cammino che mio papà ha iniziato, insegnando gli stessi principi e valori che lui negli anni ha diffuso a migliaia di adulti e bambini.

Cosa significa praticare le arti marziali a livello agonistico come te? Che sacrifici e che attitudini richiede?

Una delle cose che preferisco fare del mio sport è allenarmi. Sotto gara ho lo stress del peso perchè la mia categoria è la -62 kg, quella più leggera. Questo significa anche una dieta sportiva per mantenere il peso al di sotto, ma allo stesso tempo, tanta fatica e un maggiore stress psico-fisico per mantenere il duro allenamento pre-gara che costa parecchi sacrifici. Nonostante sia abbastanza difficile mi piace fare la dieta, portare il mio corpo ad uno stato migliore solo con un’alimentazione più corretta e allo stesso tempo, mi piace questa fatica perchè una volta terminata la gara, salire sul gradino più alto del podio è come se fosse il premio finale al mio sacrificio.

Se dovessi dare un consiglio a chi vuole iniziare, quali sono le “3 regole” di base per praticare questo sport?

Non ci sono delle regole fisse. Io credo che la cosa più importante sia amare lo sport che uno pratica. Oltre a questa condizione fondamentale penso sia importante soprattutto la costanza, l’impegno, la volontà e la determinazione.

Chiunque a qualsiasi età può iniziare a praticare Karate, l’importante è credere in quello che si fa e credere nel Maestro che ti insegna e ti aiuta spronandoti a dare il massimo.

Parliamo del Brasile. Raccontaci un po’ questa esperienza.

Penso sia stata la trasferta più bella, ma anche quella più impegnativa.

Prima di tutto ringrazio la mia federazione, cioè la Federazione Italiana Karate (FIK) che ha permesso a molti atleti grazie agli ottimi risultati nelle 4 competizioni nazionali, di portare a carico loro 80 persone in Brasile.

Siamo partiti alle 3.30 da Malpensa e arrivati a Fortaleza in Brasile alle 20.30 (tappa a Lisbona) e cinque ore di fuso orario da smaltire. Dopo due giorni di Palazzetto dalla mattina alla sera per tifare i propri compagni di nazionale che erano impegnati nelle loro categorie, il terzo giorno ho gareggiato. La mia categoria è iniziata alle 22.30 circa e dopo aver vinto quattro incontri, mi trovo in finale a circa mezza notte. Ero in piedi con solo un panino e qualche snack e tanta voglia di vincere. Purtroppo, non solo le mie condizioni fisiche non erano delle migliori, ma mi sono ritrovato contro un brasiliano in finale e un arbitraggio non proprio lucido. Ho dato il massimo anche se il mio corpo non ha reagito come volevo.

Per concludere, è stata sicuramente una bella esperienza: sole, caldo e bagno nell’oceano con la temperatura dell’acqua quasi 26 gradi. Ma come ogni gara in trasferta, la cosa più bella è ritornare in Italia e mangiare il mio bel piatto di penne all’arrabbiata.

Cosa significa per te questa vittoria?

In molti mi dicono che il secondo posto è una vittoria e che dovrei essere felice, ma io da agonistica ovviamente la considero una sconfitta. Una bella prestazione, ma non una vittoria. Anche nel 2017 arrivai secondo e mi sfuggì la vittoria tra le dita. Questo secondo posto ovviamente ha un valore molto più significativo e importante dato ho combattuto dall’altra parte del mondo in una categoria con 32 atleti, ma non mi piace considerarla una vittoria.

Però non posso negare che sono comunque felice e soddisfatto del podio.

Come ti sei preparato a questo evento?

Come ho detto prima, ho fatto una dieta sportiva nel mese precedente alla gara. Oltre a questo, mi allenavo tutti i giorni un paio di ore (quando non dovevo lavorare), dividendo l’allenamento tra: potenziamento degli arti inferiori in palestra, corsa per la resistenza, tecniche di karate per il combattimento e tanto allungamento muscolare.

Mi sono allenato tanto per questa competizione, però ho sofferto tanto lo stress fisico e psicologico dell’evento a cui andavo incontro nei giorni precedenti.

E come hai preparato il tuo allievo Gabriel Francavilla, che si è aggiudicato un bronzo nella categoria Esordienti Shotokan?

Gabriel è un ragazzo molto in gamba. Negli ultimi mesi abbiamo lavorato tanto su un kata e gli ho dato alcuni consigli che lui ha seguito e migliorato. Sono molto felice e come Maestro molto orgoglioso. Ha fatto un ottimo risultato che io alla sua età neanche immaginavo.

 Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?

Il mio obiettivo è sempre lo stesso: vincere ogni singola gara che devo affrontare!

In questo momento mi sto preparando per una gara interazione a metà novembre in Serbia e una gara a dicembre in Abruzzo.

Per il 2020 invece, il Campionato Italiano FIK resta un obiettivo fisso insieme alla qualificazione ai Campionati Europei IKU in Romania.


Se vuoi sapere di più su Goshin do Porlezza, visita il sito della scuola.

Marco Baruffato

Direttore - Associazioni, Cultura ed Eventi. Scrivi una mail a direttore@lavocedelceresio.it

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