Sindaco Spaggiari risponde alla seconda lettera del Comitato Ospedale

Michele Spaggiari fra Antonella Mazza e Sonia Botta. Foto di Monica Bari

Pubblichiamo integralmente la lettera del sindaco di Menaggio Michele Spaggiari in risposta alla “Seconda lettera al Sindaco di Menaggio” da parte del Comitato Ospedale.

 
Gent.mo Comitato,
il fatto che la mia pima risposta verta in parte sulla normativa vigente non è perché ho una Laurea in Legge o una passione particolare per il Diritto, ma perché ritengo che sia giusto dare ai cittadini un quadro corretto, completo e chiaro di quella che è la norma, così da capire quello che si può fare e quello che non si può fare. Per evitare di fare false promesse e per evitare che ci siano delle persone pronte a fare polemica inutilmente, svilendo anche il Vostro lavoro.
 
Leggendo la Vostra “Seconda lettera al Sindaco di Menaggio” mi permetto di segnalare che quanto da Voi riportato, citando l’articolo 9.2.1 del Decreto Balduzzi è “superato” dall’articolo 9.2.2 da me citato nella prima risposta, che a sua volta si rifà all’articolo 2.2 del medesimo Decreto. Di fatti, in riferimento all’Art.9.2.1 del Decreto vigente da Voi riportato, si legge che “…negli Ospedale sede di Pronto Soccorso devono essere presenti discipline e Servizi di supporto in rete coordinati come previsto al capitolo 2”.
 
Ecco, per maggiore chiarezza, il testo dell’articolo 9.2.1:
 
9.2.1 Ospedale sede di Pronto Soccorso. E’ la struttura organizzativa ospedaliera deputata ad effettuare in emergenza-urgenza stabilizzazione clinica, procedure diagnostiche, trattamenti terapeutici, ricovero oppure trasferimento urgente al DEA di livello superiore di cura, in continuità di assistenza, secondo protocolli concordati per patologia (es. reti assistenziali ad alta complessità). Devono essere presenti le discipline di Medicina interna, Chirurgia generale, Anestesia, Ortopedia e Servizi di supporto in rete di guardia attiva e/o in regime di pronta disponibilità H/24 di Radiologia, Laboratorio, Emoteca, COORDINATI COME PREVISTO AL CAPITOLO 2. La funzione di pronto soccorso è prevista per: – un bacino di utenza compreso tra 80.000 e 150.000 abitanti – un tempo di percorrenza maggiore di un’ora dal centro dell’abitato al DEA di riferimento – un numero di accessi annuo appropriati superiore a 20.000 unità. Deve essere dotato di letti di Osservazione Breve Intensiva (O.B.I.) proporzionali al bacino di utenza e alla media degli accessi. Può essere prevista la funzione di Pronto soccorso, come descritta, in presidi ospedalieri di aree disagiate (zone montane, isole) anche con un numero di abitanti di riferimento inferiore ad 80.000.
 
Ed è proprio riprendendo quanto riportato dall’articolo 9.2.1 (“…coordinati come previsto al capitolo 2”) e quindi rifacendoci a l’articolo 2 stesso “Classificazione delle strutture ospedaliere” che troviamo la risposta. Di fatti, al punto 2.2, è scritto:
 
2.2 I presidi ospedalieri di base, con bacino di utenza compreso tra 80.000 e 150.000 abitanti, SALVO QUANTO PREVISTO DAL SUCCESSIVO 9.2.2, sono strutture dotate di sede di Pronto Soccorso con la presenza di un numero limitato di specialità ad ampia diffusione territoriale: Medicina interna, Chirurgia generale, Ortopedia, Anestesia e servizi di supporto in rete di guardia attiva e/o in regime di pronta disponibilità sulle 24 ore (h.24) di Radiologia, Laboratorio, Emoteca. Devono essere dotati, inoltre, di letti di “Osservazione Breve Intensiva”.
 
Ecco perché affermo che l’articolo 9.2.1 è “superato” dall’articolo 9.2.2 da me citato nella prima risposta. Il medesimo “percorso normativo” lo possiamo fare direttamente guardando il capitolo 9, relativo alla “Rete ospedaliera dell’emergenza” , dove troviamo subito l’articolo 9.2.2 che come già ampiamente detto è quello cui dobbiamo guardare. Riporto ora una breve sintesi del capitolo 9 del Decreto Balduzzi, coi passaggi più importanti:
 
9.2 Rete ospedaliera dell’emergenza
 
“La rete ospedaliera dell’emergenza è costituita da strutture di diversa complessità assistenziale che si relazionano secondo il modello “hub” and “spoke” integrato dalle strutture sotto indicate. Tali strutture sono in grado di rispondere alle necessità d’intervento secondo livelli di capacità crescenti in base alla loro complessità, alle competenze del personale nonché alle risorse disponibili”.
 
La rete si articola su quattro livelli di operatività:
 
9.2.1 Ospedale sede di Pronto Soccorso
 
9.2.2 PRESIDI OSPEDALIERI IN ZONE PARTICOLARMENTE DISAGIATE
 
“In tali presidi ospedalieri OCCORRE GARANTIRE UN’ATTIVITA’ DI PRONTO SOCCORSO con la conseguente disponibilità dei necessari servizi di supporto, attività di medicina interna e di chirurgia generale ridotta. Essi sono strutture a basso volume di attività, con funzioni chirurgiche non prettamente di emergenza e con un numero di casi insufficiente per garantire la sicurezza delle prestazioni, il mantenimento delle competenze professionali e gli investimenti richiesti da una sanità moderna”.
 
Questo virgolettato riporta quanto previsto in questo articolo, che come detto è quello che si riferisce agli ospedali come il nostro, relativamente al Pronto Soccorso e alle funzioni chirurgiche ad esso collegate.
 
9.2.3 Ospedale sede di D.E.A. di I Livello (spoke)
 
9.2.4 Ospedale D.E.A. di II Livello (hub)
 
La funzione di pronto soccorso è prevista per:
 
– un bacino di utenza compreso tra 80.000 e 150.000 abitanti
 
– UN TEMPO DI PERCORRENZA MAGGIORE DI UN’ORA DAL CENTRO DELL’ABITATO AL DEA
DI RIFERIMENTO
 
– un numero di accessi annuo appropriati superiore a 20.000 unità
 
PUO’ ESSERE PREVISTA LA FUNZIONE DI PRONTO SOCCORSO,COME DESCRITTA, IN PRESIDI OSPEDALIERI DI AREE DISAGIATE (zone montane, isole) ANCHE CON UN NUMERO DI ABITANTI DI RIFERIMENTO INFERIORE AD 80.000.
 
Sono proprio due delle prerogative sopra riportate (tempo di percorrenza superiore ad un’ora dal centro dell’abitato al DEA di riferimento – nel nostro caso l’Ospedale Sant’Anna di San Fermo – e il fatto che il nostro ospedale è un presidio ospedaliero in area disagiata) che consentono all’Ospedale di Menaggio di mantenere, come previsto dalla normativa, la funzione di Pronto Soccorso H24. Questo lo si evince ancora meglio leggendo dettagliatamente l’articolo 9.2.2 “Presidi ospedalieri in zone particolarmente disagiate” che Vi ho già ampiamente descritto nella mia prima lettera e che come già detto disciplina le funzioni ed i servizi per gli ospedali come il nostro il quale, per quanto riguarda le funzioni di pronto Soccorso, riporta:
 
“…possono prevedere presidi ospedalieri di base per zone particolarmente disagiate, distanti più di 90 minuti dai centri hub o spoke di riferimento (o 60 minuti dai presidi di pronto soccorso), superando i tempi previsti per un servizio di emergenza efficace”.
“Nella definizione di tali aree deve essere tenuto conto della presenza o meno di elisoccorso e di elisuperfici dedicate”.
“In tali presidi ospedalieri occorre garantire una attività di pronto soccorso…”
 
Molto importante è il punto 2 (presenza di elisoccorso e di elisuperfici dedicate), caratteristica questa soddisfatta nella sua totalità, sia perché quella di Como è una delle provincie lombarde che sono dotate di servizio di elisoccorso anche notturno, sia per il fatto che l’Ospedale di Menaggio è dotato di una piazzola per l’elisoccorso che garantisce, in qualsiasi momento, la possibilità di trasportare pazienti gravi verso qualsiasi destinazione. In questo modo è garantito al massimo livello il trattamento in emergenza/urgenza dei cittadini che risiedono nel nostro territorio.
 
Per quanto riguarda invece gli accessi presso il Pronto Soccorso (che ribadisco è un servizio H 24 e NON un Punto di Primo Soccorso con attività sulle 12H), questi avvengono in due modi:
 
1. Auto presentazione del paziente in Pronto Soccorso in autonomia o accompagnato: non è ovviamente prevedibile e generalmente riguarda problematiche di bassa gravità poiché, diversamente, il paziente contatterebbe il servizio di Emergenza/Urgenza ;
2. Pazienti trasportati da autoambulanza tramite AREU e il servizio di Emergenza/Urgenza. In questo caso il Pronto Soccorso dove trasportare il paziente viene scelto dal medico intervenuto, in contatto con la centrale operativa, in base alle condizioni in cui si trova il paziente. Al momento, vista la normativa vigente (Decreto Balduzzi) che per gli ospedali come il nostro prevede “funzioni chirurgiche non prettamente di emergenza” , nel nostro Pronto Soccorso, che è riconosciuto a tutti gli effetti da AREU e da Regione Lombardia, vengono trattati pazienti con una casistica meno grave. Quelli con un quadro clinico più complesso vengono invece dirottati verso altre strutture o elitrasportati, grazie alla piazzola presente presso l’ospedale, verso centri specializzati.
 
Questa descrizione della situazione attuale, anche in riferimento alla situazione del Pronto Soccorso, l’ho fatta per spiegare che il nostro PS ha tutti i requisiti previsti dalla normativa nazionale e regionale e che il suo funzionamento è “calibrato” in base a quanto è previsto dalla norma vigente e rientra a tutti gli effetti tra quelli individuati da AREU nel sistema di Emergenza/Urgenza.
 
Sicuramente la speranza che tutti condividiamo, io per primo, è quella, riprendendo quanto da Voi scritto in riferimento alle dichiarazioni del Ministro Speranza circa la revisione del Decreto Balduzzi, che venga rivisto il ruolo dei piccoli Ospedali per venire incontro alle richieste e necessità dei territori e dei cittadini che li abitano. Però, per vedere qualche risultato, bisogna che le osservazioni (che ribadisco condivido) del Ministro trovino appoggio, sostegno e soprattutto finanziamento economico per consentire alla riforma del Decreto Balduzzi di “stare in piedi”. Perché, come ho già scritto nella mia precedente lettera, le idee devono essere attuabili e servono proposte, supportate dai numeri, per garantire la sostenibilità di quanto si propone.
 
Per ora bisogna attenersi a quanto è previsto dalla normativa vigente che ho cercato di illustrarVi in queste mie due lettere di risposta.
 
Come Vi ho già comunicato, verranno concordati più avanti degli incontri con Regione e ASST Lariana per programmare e progettare le funzioni e i servizi da erogare presso l’ospedale di Menaggio in futuro. Questi incontri serviranno anche a chiedere il ripristino di quelle prestazioni che, erogate in passato, non sono state più attivate in questi anni per svariate cause come il cambio di Azienda Sanitaria di competenza, pensionamenti non sostituiti e non da ultimi il Covid e, soprattutto, la sciagurata politica di istruzione, formazione e reclutamento dei medici nelle Università e nelle Scuole di Specializzazione che è la causa principale della mancanza di figure professionali, soprattutto mediche, negli ospedali di tutta Italia.
 
Nella speranza di aver risposto in modo esaustivo alle domande che mi avete posto, rinviandoVi a future comunicazioni quando ci saranno degli sviluppi in merito, ringrazio per la pazienza e la disponibilità e porgo distinti saluti.
 
Michele Spaggiari

Marco Baruffato

Direttore - Associazioni, Cultura ed Eventi. Scrivi una mail a direttore@lavocedelceresio.it

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