Accordo Frontalieri: fra presente e futuro

Accordo FrontalieriIl numero di Frontalieri che ogni giorno varcano le Dogane Lombarde è in calo, seppur lieve, negli ultimi anni. I numeri oscillano in una forbice di 65 mila – 70 mila frontalieri che nel periodo 2011 – 2016 erano occupati in svizzera; secondo gli esperti le oscillazioni sono dovute al valore della moneta svizzera che può scoraggiare o meno alcune produzioni e quindi ridurre i posti di lavoro, o viceversa.

Recentemente sono tre i grandi temi che vedono al centro la “Questione Frontalieri”.

Accordo frontalieri Italia – Svizzera

Al momento è in vigore, per regolare i rapporti, un accordo del 1974 che prevede:

  • Ogni anno i cantoni ticinesi interessati versino una parte dei proventi fiscali dei lavoratori frontalieri nelle casse dei comuni italiani da cui provengono i frontalieri (i famosi “ristorni”); la compensazione è pari al 40% delle imposte pagate dai frontalieri durante l’anno solare.
  • Almeno una volta all’anno si dovrebbe tenere una riunione per la quale è prevista la partecipazione di rappresentanti di ministeri, regioni, comuni e cantoni interessati dal fenomeno.
  • I frontalieri che vivono entro 20 km dalla fascia di confine a livello fiscale vengono trattati come qualsiasi altro cittadino svizzero.
  • I frontalieri che vivono oltre 20Km dalla fascia di confine sono soggetti a doppia tassazione. E sono tenuti a dichiarare l’imponibile IRPEF in Italia (avendo diritto a uno “sconto” fino a 7.500 Franchi).

Nuovo accordo frontalieri

Questo accordo, tutt’ora in vigore, è stato più volte messo in discussione da parte di molti soggetti. Siamo quindi arrivati alla negoziazione di un nuovo accordo tra le autorità governative Italiane ed elvetiche. Nel 2015 ne è stato quindi pubblicato uno nuovo, firmato però solo da tecnici e per tale motivo non ancora in vigore, in attesa della firma dei “Politici”.

Come cambierà la vita per i frontalieri con questo accordo?

  • Tutti i frontalieri, senza distinzione di fascia, saranno soggetti alla doppia tassazione
  • I frontalieri pagheranno il 70% dell’imposta alla fonte alla Svizzera. Dopodiché gli elvetici trasmetteranno i dati salariali all’Italia che dedurrà dai redditi i contributi vari, scontando ulteriori 7.500 franchi. Sul reddito rimanente il frontaliere dovrà pagare anche L’IRPEF in Italia.

L’accordo pare svantaggioso, per tale motivo il Governo Conte sta temporeggiando contro le pressioni di Cassis (Ministro degli esteri Svizzero) che chiede insistentemente la firma dell’accordo. Tuttavia pare non resti molto da attendere: il governo italiano ha già fatto sapere che entro aprile prenderà una decisione, che pare orientata alla ridiscussione dell’accordo.

Possibilità per i frontalieri di dedurre nuove spese dalle tasse: Chiarimenti

(Fonte: Ufficio frontalieri OCST)

Da qualche mese si sentono un susseguirsi di notizie riguardo la possibilità per i frontalieri di aver diritto di dedurre dalle imposte anche versamenti per il terzo pilastro, spese per km effettuati, per pasti etc..

Insomma, la possibilità di essere trattati alla stregua di tutti i cittadini svizzeri. È possibile?

In base alla sentenza del tribunale federale di Losanna del 2010 sembrerebbe in effetti possibile. In tale sentenza si stabilì che i cittadini “Quasi Residenti” e svizzeri a livello fiscale dovevano essere messi sullo stesso piano. Ma con dei limiti.

Chi sono i “quasi residenti”?

Sono coloro che non posseggono un’abitazione di proprietà e che non hanno in famiglia altri redditi rilevanti. Nello specifico il 90% del loro reddito familiare deve essere prodotto in Svizzera e non possono essere proprietari di alcun immobile, perché nella concezione svizzera di reddito familiare rientra anche il potenziale affitto ricavabile dalla casa di proprietà.

Coloro che invece non sono “Quasi residenti” possono chiedere la tassazione correttiva entro il 31 marzo di ogni anno nei tre seguenti casi:

  • Lavoratori separati che pagano gli alimenti. In virtù di una sentenza tali lavoratori possono chiedere un ricalcolo dell’imposta deducendo gli alimenti.
  • Lavoratori che non sono sposati ma convivono con un partner che non lavora e non ha figli a carico.
  • Lavoratore la cui azienda ha commesso un errore nel calcolo dell’imposta.

Paolo Muttoni

Redattore - Amministrazioni e Territorio. Scrivi una mail a paolo.muttoni@lavocedelceresio.it

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