Ero un bullo: Daniel Zaccaro si racconta

Il 7 marzo – alle 20.45 – presso l’Aula Magna del Comprensivo di Porlezza le famiglie e i cittadini incontreranno Daniel Zaccaro, protagonista della storia vera raccontata nel libro Ero un bullo.

L’evento è stato organizzato dalle associazioni del territorio Gruppo Giovani Porlezza e Associazione Genitori Comprensivo Porlezza. «Storie come questa devono essere raccontate ai nostri ragazzi. Daniel è un esempio di come una seconda chance possa davvero cambiare la vita di qualcuno» – spiega Marco Baruffato, presidente del gruppo Giovani e membro del direttivo di AGE. «Ma la cosa che ci interessa di più è raccontare la storia di un giovane “bulletto” che ha preso la direzione sbagliata e si è ritrovato in carcere. E diciamoci la verità…non a tutti viene data una seconda chance. Quindi forse, ascoltare una storia come questa può permettere a qualcuno di non commettere gli sbagli che Daniele ha commesso».

Nel libro Ero un bullo, di Andrea Franzoso, scopriamo tutto il percorso di vita di Daniel Zaccaro, che oggi si è lasciato alle spalle la “vita da ragazzaccio” ed è laureato in Scienze dell’Educazione. Attualmente fa l’educatore nella comunità Kayros di Vimodrone, la stessa comunità dove aveva incontrato Don Claudio che fra tutti aveva per primo creduto in lui e nelle sue potenzialità.

«L’obiettivo della serata – spiega la Presidente di AGE Cristina Magi – è sensibilizzare su queste tematiche le famiglie del territorio, i ragazzi ma anche i genitori. Non dobbiamo pensare che le nostre zone siano esenti da problemi come questi. Vale sempre il vecchio adagio “Meglio prevenire che curare”. Per questo ci auguriamo un buon numero di adesioni».

Dati sui minori e il carcere

Sebbene non tutti finiscano in carcere, sono molti  i ragazzi problematici che si mettono nei guai e finiscono in capo ai servizi sociali. Qualche numero?

Se all’inizio del 2020 i 17 Istituti penali per minorenni italiani ospitavano 375 persone e due mesi dopo erano scese a 280, al 15 marzo 2022 trovavamo in carcere 353 minorenni o giovani adulti (il 2,6% dei 13.699 ragazzi in carico complessivamente agli Uffici di servizio sociale per i minorenni). Di questi, 161 erano stranieri, ovvero oltre il 45% del totale, nonostante costituiscano solo il 22,5% dei ragazzi presi in carico dagli Uffici di servizio sociale per i minorenni in questo primo periodo dell’anno. Le ragazze in carcere erano solo 13, di cui 8 straniere. I minorenni erano 162, ovvero meno della metà del totale dei ragazzi reclusi.

A fronte dei 17 Istituti Penali per Minorenni presenti sul territorio nazionale, si contano in Italia ben 637 comunità residenziali disponibili all’accoglienza di minori o giovani adulti sottoposti a provvedimenti penali. Di queste, solo tre sono gestite direttamente dal Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità del Ministero della Giustizia. Le altre sono strutture private che vengono accreditate dal Ministero a svolgere questo compito. La maggioranza dei ragazzi entra in comunità in misura cautelare, dalla libertà o da altre misure, tra cui la custodia cautelare in IPM. Circa il 20% del totale dei ragazzi che entra in comunità lo fa nell’ambito di un progetto di messa alla prova mentre alcuni scontano lì la propria pena in misura alternativa.

Questi sono dati estratti dal XVIII rapporto sulle condizioni di detenzione e dal sesto Rapporto sulla giustizia minorile dal titolo “Keep it trill”, realizzati dall’Associazione Antigone.

 

 

Redazione

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