L’Infanzia del Segno: collezione temporanea al Musec

Da oggi, 17 marzo, sarà possibile visitare l’esposizione L’INFANZIA DEL SEGNO. Disegni di bambini della Nuova Guinea della Collezione Wirz. L’esposizione temporanea, curata da Anna Castelli e da Isabella Lenzo Massei è il decimo episodio del fortunato ciclo Dèibambini del Museo delle Culture, realizzato all’Heleneum tra il 2006 e il 2014.

Il trasferimento del MUSEC a Villa Malpensata ha segnato un’interruzione del progetto originario della mostra L’Infanzia del Segno, ma al contempo ha stimolato un ripensamento critico delle sue modalità. Senza rinunciare all’idea di concepire il museo come luogo privilegiato per la generazione di «universi virtuali» a misura di bambino, è stato creato un nuovo punto di partenza: le opere d’arte infantile del passato, da prendere a spunto e a modello per l’elaborazione tematica delle grammatiche espressive.

L'Infanzia del Segno
Disegno di Kanjipungaman, 7 anni, villaggio di Kanganaman, Sepik. Collezione Dadi Wirz. ©FCM/MUSEC, Lugano

Sono 79 i disegni di bambini della Nuova Guinea in mostra nello Spazio Maraini di Villa Malpensata, tutti realizzati tra il 1952 e il 1953.

Ad accompagnare i disegni di bambini troviamo 7 serigrafie su carta dal Weltkulturen Museum di Francoforte sul Meno realizzate da Timothy Akis (c. 1944–1984) e Mathias Kauage (c. 1944–2003), due artisti della Papua Nuova Guinea che appartengono alla generazione dei piccoli artisti protagonisti della mostra, e 11 opere di arte etnica del Sepik della Collezione Brignoni del MUSEC.

Le opere di arte etnica sono esposte sia nello Spazio Maraini, a corredo dei disegni di bambini, sia nello Spazio Tesoro, insieme a una videointervista a Dadi Wirz condotta a fine 2021 da Moira Luraschi e Paolo Maiullari, ricercatori del MUSEC.

Il collezionista

Dadi Wirz nasce a Basilea nel 1931; trascorre la sua infanzia e la sua giovinezza in un continuo peregrinare, accanto al padre Paul, etnologo, viaggiatore e collezionista tra i più celebri del Novecento. Negli anni ‘40, anche per sfuggire al clima di guerra, vive a lungo in Sud America, in Sri Lanka e nella Repubblica Dominicana.

Dopo aver conseguito la licenza federale svizzera come fotografo, all’inizio degli anni ‘50 Wirz frequenta l’Académie André Lhote di Parigi, dove ha modo di conoscere, tra gli altri, Calder, Ernst, Giacometti e Arp.

Alla fine del 1952, appena ventenne, accompagna il padre in un lungo viaggio attraverso la Nuova Guinea. Da qui, nel 1954, si trasferisce in Brasile, alla ricerca di nuovi linguaggi in grado di stimolare la sua esperienza creativa. Dopo la morte del padre, avvenuta nel 1955, Wirz decide di compiere un secondo e ancora più impegnativo viaggio di ricerca in Nuova Guinea, sentendo urgente la necessità di conoscere e ritrarre un mondo di cui aveva la percezione dell’imminente crepuscolo.

Redazione

Scrivi una mail a redazione@lavocedelceresio.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *