Reading in ricordo di Maria Corti

A centotre anni dalla morte, il 7 settembre scorso è stata ricordata Maria Corti, nel giardino della Villa che porta il suo nome a Pellio Inferiore (ora comune di Alta Valle Intelvi). Numerosi gli intervenuti nella magnifica cornice del giardino di quello che fu il buen retiro della filologa e scrittrice ove gli amici hanno letto brani dal libro “Cantare nel buio” (Bompiani, 1991). Casa Corti si sta trasformando in un piccolo centro culturale ove, sulle tracce della grande scrittrice pelliese, ogni anno si organizzano eventi, letture, incontri quasi a proseguire l’opera da lei intrapresa. Maria Corti, milanese d’origine ed intelvese d’adozione, è stata una delle figure di spicco della cultura italiana del Novecento: critica, filologa, teorica della letteratura e narratrice. In suo onore, proprio nel giorno del suo compleanno, da diversi anni, si tengono Reading e ricordi nel parco della sua casa intelvese, ora detta Villa Corti, meglio nota come “il Carlasc”, luogo fonte di pace e di ispirazione, ove la Corti era solita trascorrere le estati. Il ricordo si è tenuto nel parco della Villa, con brevi letture scelte di alcune pagine dai suoi romanzi da parte di alcuni dei suoi allievi, amici e colleghi più famosi, quali Martina Carravieri e Claudio Mustacchi, tratti quest’anno da “Cantare nel buio”, ritratto di una umanità uscita dalla guerra che si interroga con speranza e timore sul suo futuro.

Cantare nel buio

Il pendolarismo di Maria Corti, compiuto in “terza classe” fra Milano e Chiari (BS), dove insegnava, è stata l’occasione per raccontare l’umanità dei passeggeri usciti dal dopoguerra e in viaggio verso la speranza del futuro, narrata nel libro.

“Accadeva nella pianura lombarda a certe ore: quando nel crepuscolo ondate di nebbia facevano sparire e ricomparire la campagna, una cosa nera fuori del comune entrava e usciva dalla nebbia. Così alle cinque del mattino invernale, nell’immensità vuota della campagna coperta di neve, la cosa riappariva come un enorme scorzone nero proteso nella corsa. Questa cosa fuori del comune che andava e veniva come una pendola a ritmo ondulatorio, tramonto e alba, Milano di qua e Brescia di là, era nel 1946 una fila di fragorosi carri bestiame. Questi però non rispondevano per niente a una normale concezione del carro bestiame: dentro, al posto di mucche e vitelli, c’era l’ultima generazione degli antichi Longobardi. Alti, larghi di spalle, coi polsi nodosi, la faccia segnata da rughe a ogni età per via delle fatiche muscolari.”

“Come varie donne nel Bresciano Armida era entrata alla Borletti durante la guerra per sostituire gli operai andati al fronte. Poi rimasero tutte a sostituire i morti: si fabbricavano tachimetri, contachilometri e materiale bellico. La fabbrica aveva un suo passato perché prima della guerra vi si montavano orologi, ma la gente ormai se n’era dimenticata, soprattutto i giovani. Armida era donna un po’ a sé: si faceva subito guardare dagli uomini con occhi ingordi e dalle donne con occhi ostili. Se alla mensa lei parlava di una cosa qualunque, le altre la fissavano senza dare per niente attenzione al suo racconto: i loro pensieri vagavano, intorno a lei e ai lontani misteri del peccato.”

Villa Corti “Il Carlasc”

Villa Corti è di proprietà del Fondo Manoscritti di Pavia, per lascito testamentario della stessa Corti; per il futuro, in programma che esso diventi centro vivo di cultura e luogo di incontro, un luogo culturale di studio ove organizzare seminari e convegni, com’era sicuramente nelle speranze della Corti stessa: quale modo migliore per ricordarla, se non quello di riuscire a realizzare uno dei suoi sogni? Si tratta di un progetto culturale che sta prendendo forma, in onore della grande studiosa ed a ricordo del prezioso lavoro e dell’eredità culturale di questa grande scrittrice ancora viva nella memoria di tanti, soprattutto di coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerla.

Note biografiche

Maria CortiMaria Corti (Milano 7 settembre 1915 – 22 febbraio 2002) fu semiologa, critica, filologa, teorica della letteratura e narratrice; nella vita fece l’insegnante, dapprima in diversi licei e, in seguito, alla cattedra di Storia della Lingua Italiana all’Università di Pavia. Nel 1972 creò il Fondo Manoscritti di autori moderni e contemporanei, collegato alla rivista “Autografo” da lei fondata. Fu collaboratrice di diverse riviste, di quotidiani e prese parte a numerose iniziative editoriali. È stata membro dell’Accademia della Crusca, di Brera e dell’Arcadia ed è ricordata anche all’estero per la sua instancabile attività di critica stilistico-letteraria. Studiosa e critica, fu insegnante e scrittrice e, con coraggio, sperimentò diversi registri narrativi. Fra le numerose opere che della Corti si ricordano L’ora di tutti, di ambientazione quattrocentesca; Il ballo dei sapienti, che invece affronta le problematiche di costume e lingua nella scuola degli anni Sessanta; Voci dal Nord Est (ambientato nel New England) e Il canto delle sirene, un incantevole viaggio tra tempo, cultura e storia; Cantare nel buio, che tratta del tema del pendolarismo quotidiano. La morte la colse di sorpresa il 22 febbraio 2002, “86enne con l’animo di una bambina, ancora curiosa di tutto” di quella vita che aveva tanto descritto, decantato ed amato.

Ulteriori informazioni

Per chi volesse saperne di più su casa Corti e sugli eventi: www.casacorti.org o https://www.facebook.com/casa.corti

Stefania Pedrazzani

Redattore - Associazioni, Cultura e Valli. Scrivi una mail a stefania.pedrazzani@lavocedelceresio.it

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