Sportello Psicologico Covid-19: ce lo racconta la dottoressa Nadia Peduzzi

Pronto Intervento Scuola ha deciso di attivare lo Sportello Psicologico Emergenza Covid-19, uno sportello di ascolto dedicato a chi soffre in questo periodo di emergenza e di quarantena. Per saperne di più abbiamo intervistato la dottoressa Nadia Peduzzi.

Partiamo dalle presentazioni. Ci puoi raccontare in breve che cos’è e di cosa si occupa Pronto Intervento Scuola?

«Pronto Intervento Scuola nasce come studio specialistico per il sostegno scolastico, con il passare degli anni ha ampliato l’equipe per poter rispondere prontamente alla crescente e variegata domanda territoriale. Ad oggi lo studio specialistico vanta la presenza costante della pedagogista clinica, Dott.ssa Carla Lanfranconi, dello psicologo dell’apprendimento, Dott. Clerici Mattia (attivo anche presso l’equipe privata abilitata alla certificazione DSA composta dal neuropsichiatra dott. Distefano Marco Antonio e dalla logopedista dott.ssa Prioni Laura), della psicologa clinica Dott.ssa Nadia Peduzzi e della logopedista Valeria Del Fante. L’equipe propone progetti e interventi rivolti non esclusivamente al contento scolastico ma ad ogni fase di sviluppo (bambini, adolescenti, adulti e anziani). La conseguente evoluzione ha portato l’equipe a connotarsi come Studio specialistico per il sostegno alla persona e alla famiglia». 

Come vi è venuta in mente l’idea del Servizio di Ascolto? Come mai una re

altà che si occupa di Scuola come dice il vostro nome, ha pensato ad un servizio allargato, rivolto ad esempio anche al personale sanitario? È un semplice servizio alla comunità o potremmo intravedervi anche una sorta di “conversione produttiva” come è avvenuta per molte aziende in questo periodo?

Sportello Psicologico Covid-19«Fin da subito il Consiglio Nazionale degli Ordini degli psicologi (CNOP) e i vari ordini degli psicologi regionali si sono attivati per fornire alla popolazione informazioni utili per riconoscere e gestire le proprie reazioni all’emergenza sanitaria in corso. Tra le informazioni rese note vi sono i contatti degli psicologi abilitati all’esercizio della professione e sono stati attivati numerosi sportelli (gratuiti o meno) per fronteggiare il grave disagio emotivo che questa pandemia ha provocato e provocherà. L’idea di proporre uno sportello anche presso il Pronto Intervento Scuola vuole essere un modo per avvicinare la popolazione locale a una realtà sanitaria ed educativa presente sul territorio, vicina non solo in questo momento di emergenza. Vicina alle famiglie, ai bambini e anche ai medici, agli infermieri e agli operatori sanitari che in questo momento stanno facendo fronte all’emergenza. Nel loro caso, si tratta di un servizio che può essere utilizzato oggi per gestire la fatica, lo stress, l’ ansia e il vasto repertorio emotivo che in questo momento va gestito per poter continuare a lavorare nonostante tutto. O un aiuto richiesto successivamente, quando l’emergenza sarà finita, perché sarà in quel momento che si manifesteranno le ferite di questa esperienza drammatica»

Come funziona lo Sportello Psicologico Covid-19? È gratuito? A chi è rivolto?

«Il servizio consiste in tre colloquio di sostegno psicologici gratuiti che possono avvenire via telefono, skype, whatsapp o altre applicazioni a preferenza individuale. Si rivolge a tutte le fasce d’età, dai bambini agli adulti/anziani. I tre colloqui gratuiti garantiscono la possibilità di esprimere il proprio vissuto e agire insieme sul disagio manifestato nel qui ed ora per poter affrontare al meglio possibile il periodo che stiamo vivendo. Nulla vieta alla persona di richiedere successivamente di poter intraprende un percorso psicoterapeutico e di supporto psicologico ampio e completo su di sé».

Chi gestisce ed eroga il servizio dello Sportello Psicologico Covid-19? 

«Il servizio è gestito direttamente da me, in qualità di psicologa clinica e specializzanda psicoterapeuta attualmente impegnata anche con la Società Italiana di Psicologia dell’Emergenza (SIPEM SOS Lombardia)».

Cosa può comportare nelle persone una situazione di quarantena forza come questa? Quali sono i disagi psicologici che ne possono derivare?

«Le persone reagiscono a una situazione critica in vari modi, solitamente in linea con quelle che sono le risposte che hanno imparato e adottato quotidianamente nella vita in situazioni di difficoltà. Numerosi sentimenti ed emozioni possono essere citati e a queste seguono ovviamente le reazioni più svariate. Il periodo prolungato di quarantena, l’isolamento, la lontananza dai cari, dal lavoro e dalla rete, la paura di ammalarsi o fare ammalare possono generare nelle persone emozioni di isolamento, solitudine, noia, stress, paura e ansia, apatia, sintomi fisici particolarmente accentuati come mal di testa, apatia, perdita di appetito, dolori corporei, insonnia,  senso di colpa e preoccupazione pervasiva. Queste sono solo alcune delle emozioni e delle reazioni fisiologiche che le persone possono sperimentare in questo periodo».

Quali sono i primi segnali che dovrebbero essere un campanello di allarme e dovrebbero spingere una persona a chiedere aiuto e a rivolgersi a voi?

«Data la gamma emotiva sopraelencata ciò che spinge le persone a rivolgersi a un professionista è la sensazione di aver bisogno d’aiuto, il grande passo di dirsi “da solo non ce la faccio”. Sembra scontato ma non lo è. Ancora oggi, nel 2020, immersi in una pandemia mondiale sembra che la richiesta di aiuto sia una debolezza per i più fragili. Pare utile in questo breve intervento rassicurare che tutti siamo fragili e vulnerabili di fronte alle difficoltà della vita. Chiedere aiuto è una grande prova di forza non di debolezza. I bambini non hanno le competenze cognitive ed emotive per poter richiedere l’aiuto di un professionista, nel loro caso è la valutazione del genitore che, da grande  conoscitore del proprio bambino, può notare manifestazioni di malessere. Nei bambini infatti è possibile osservare un aumento di agitazione, aggressività e iperattività ma anche una pronunciata apatia, disturbi del sonno, un tono dell’umore deflesso e  una “regressione” a fasi di sviluppo che sembravano ormai superate da tempo».

Ci sono dei consigli che potete dare ai nostri lettori per affrontare l’ansia, la paura e la solitudine in questi momenti difficili? Se si quali?

«Si ci sono molti consigli utili, a partire da quelli divulgati dall’ordine degli psicologi, dall’associazione EMDR e da numerosi colleghi. Molti esperti consigliano alla popolazione di mantenersi attivi, crearsi una routine, utilizzare tecniche di rilassamento, leggere di libri e riviste, ridurre il tempo impiegato a guardare le notizie e ricercare informazioni solo da fonti affidabili. L’appunto che sembra però doveroso fare è che i consigli diffusi sono molto utili, ma ancor più efficaci se calibrarli e personalizzarli in base all’unicità della persona in un contesto relazionale. Nessuno reagisce allo stesso modo, ci si può riconoscere come ansiosi, ma la propria ansia non sarà mai identica a quella di un altro, ne nelle manifestazioni ne nelle reazioni, questo vale per qualunque emozione e sensazione. Per questo è così importante il richiamo a rivolgersi a specialisti della salute mentale, perché solo osservando il problema reale della persona e il suo particolare e specifico modo di reagirvi possiamo trovare il modo di gestirlo o quantomeno arginarlo nel qui ed ora di un incontro che, per quanto virtuale, mantiene la sua natura relazionale».

Altro da aggiungere Nadia?

«Allo Sportello Psicologico Covid-19 si è pensato di affiancare uno sportello pedagogico clinico, al fine di venire incontro anche a tutte quelle difficoltà di tipo educativo. Lo sportello è stato pensato per offrire un punto di ascolto a bambini e ragazzi, ma anche ad adulti e anziani supportandoli nel riconoscimento e gestione delle proprie emozioni, rielaborando insieme pensieri e vissuti emotivi; un supporto ai genitori circa l’organizzazione del materiale scolastico e le lezioni a distanza dei propri figli; proposte mirate e personalizzate per trascorrere il tempo a casa. È notizia recente che il Comitato Scientifica, messo in campo dal Governo, ha sconsigliato la riapertura delle scuole non prima di settembre perche troppo rischioso. Si è per tanto pensato ad un sostegno a tutte quelle figure educative (insegnanti, educatori..) che attraverso la didattica on line hanno dovuto ricostruirsi ed imparare un nuovo modo e diverso di fare lezione. Associato al grande lavoro fatto vi sono però fatiche, preoccupazioni, paura di giudizio, che possono provocare, associate alle difficoltà del momento, situazioni di sconforto. A tale proposito lo sportello pedagogico clinico si rende disponibile per un ascolto e confronto. Lo sportello pedagogico clinico è gestito dalla dott.ssa Carla Lanfranconi, pedagogista clinica, cofondatrice dello studio».

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Marco Baruffato

Direttore - Associazioni, Cultura ed Eventi. Scrivi una mail a direttore@lavocedelceresio.it

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