Cave estrattive in Valle Intelvi: cosa ne pensate?
Da inizio 2021, il Circolo Legambiente Valle Intelvi si è interessato alla situazione di cave estrattive in Valle Intelvi, soprattutto nell’ottica di seguire il completo ripristino ambientale della cava denominata ATEg6, in zona Pradale-Golf Club, in Lanzo, in chiusura al prossimo 28 ottobre 2022.
Nella primavera 2022, la Provincia ha avviato il procedimento di redazione del nuovo piano attività estrattive della Provincia di Como, che Legambiente ha seguito partecipando agli appuntamenti previsti e inoltrando le nostre osservazioni preliminari.
Come da documenti che alleghiamo e che sono reperibili integralmente anche al link https://www.provincia.como.it/nuovo-piano-cave, sono pervenute alla Provincia tre distinte richieste di inserimento nel nuovo piano delle cave estrattive in Valle Intelvi, come segue:
1) in Claino con Osteno – località Santa Giulia (zona santuario), per una cava di pietra da taglio e granulato (documentazione tecnica)
2) in Alpe di Casasco – Erbonne – Comune di Cerano, per una cava di materiale pietra ornamentale (documentazione tecnica)
3) in Lanzo – Comune di Alta Valle Intelvi, per una nuova cava di materiale sabbia, ghiaia e pietrisco (documentazione tecnica)
Precisiamo che le nuove autorizzazioni sono soggette a Valutazione Ambientale Strategica (VAS).
Il Circolo Legambiente Valle Intelvi seguirà tutto l’iter che è stato avviato, insieme alle altre associazioni provinciali di tutela ambientale e Legambiente Lombardia. Accogliamo la sua richiesta di pubblicazione, con la quale il Circolo di Valle Intelvi intende informare e sensibilizzare i cittadini, affinché possano esprimere in tempo per essere ascoltate le loro considerazioni.
Per questo vi invitiamo a contattare il Circolo di Valle Intelvi dopo aver letto il nostro articoli e la documentazione allegata.
Contatti Circolo Legambiente Valle Intelvi: legambientevalleintelvi@gmail.com
Potete anche lasciare il vostro numero di telefono per essere ricontattati da un volontario.
(foto interna e di copertina: immagine di repertorio)
Io penso che a pochi kilometri stanno estraendo centinaia di tonnellate di roccia, per la variante Regina. Si spendono milioni per “smaltire” detriti da una parte. Dall’altra si chiede di aprire cave, che di sicuro non migliorano l’equilibrio idrogeologico della Valle.
A Milano si frantuma il materiale di demolizione. Poi lo si riutilizza per i sottofondi dei marciapiedi, per esempio.
Per assurdo è più “ecologico” il comportamento nella metropoli, che ormai ha ben poco da salvaguardare.
Il vecchio adagio “fare e disfare è tutto un lavorare” è un falso ideologico!
Aprire cave in Val d’Intelvi rivela un atteggiamento predatorio verso il territorio.
Io credo che si debba aprire un dibattito.